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Agopuntura

L'agopuntura, in  Cinese Zhenjiu (letteralmente agopuntura e termoterapia), è una tecnica di inserzione e manipolazione di aghi filiformi in “punti di agopuntura” sul corpo. Secondo la teoria dell'agopuntura, questo ripristina la salute e il benessere, ed è particolarmente indicata per il trattamento del dolore. L'agopuntura è nata in Cina, ed è una branca della Medicina Tradizionale Cinese (MTC).

Questo tipo di arte medica, che la tradizione fa risalire a circa 5.000 anni fa,  contrariamente a quanto comunemente si crede, non è valida solo per la terapia del dolore, bensì per una moltitudine di alterazioni patologiche.

 

Il fatto che l'agopuntura sia conosciuta in Occidente soprattutto (e a volte esclusivamente) nell'ambito della terapia del dolore ha una origine casuale e curiosa. Durante lo storico viaggio del Presidente Nixon in Cina nel 1971, il giornalista americano James Reston ebbe un attacco di appendicite acuta. In questa critica situazione, fu ricoverato d'urgenza e operato, guarendo in modo ottimale. La particolarità fu che l'appendice di Reston fu tolta senza l'uso di anestetici, bensì usando solo l'agopuntura per controllare il dolore! Nixon rimase impressionato dal'episodio, e diede così inizio ad una serie di scambi culturali e scientifici tra i due Paesi.

Cosa sa la Scienza Occidentale dell'Agopuntura

 

Principali effetti terapeutici dell’agopuntura:

 

  • azione di regolazione sulla circolazione

  • azione antiinfiammatoria e di regolazione immunitaria

  • azione sul dolore 

  • azione decontratturante e antispastica 

  • azione sedativa, antidepressiva, ansiolitica 

  • azione di regolazione ormonale

 

Come riporta il quotidiano “La Repubblica” del 5 febbraio 2008, oggi si prendono 51.900.000 medicine al  giorno, 5 anni fa nella giornata di 10 italiani trovavano posto 7 pillole, alla fine del 2007 siamo già a 8,8, e ciò parlando di italiani con un range di età che va dalla culla alla vecchiaia! Indubbiamente, come dice il famoso farmacologo Silvio Garattini, direttore scientifico dell'istituto Mario Negri, “I farmaci fanno bene ad una certa percentuale di pazienti. Ma non sappiamo quali. Gli studi sui grandi gruppi dimostrano che un certo principio attivo della classe delle statine ha effetti benefici sul 3% della popolazione. Ma chi sono i 3 fortunati? E gli altri 97? Al momento attuale nessuno può dirlo”. Questo dovrebbe incoraggiare chi prende decisioni per il bene dei cittadini, ad inserire metodiche terapeutiche che possono diminuire il rischio di assunzione di farmaci per chi non ne trarrà comunque beneficio.

 

Di recente un sondaggio sull’opinione dei Medici di Famiglia nei confronti delle MnC è stato condotto in Toscana dall’Agenzia Regionale di Sanità. Il campione era composto da 2228 medici intervistati, con un tasso di risposta che è stato dell’82%. Il 15.2 % del campione pratica le MNC e il 57.8 % le consiglia ai propri pazienti; l’11% ha una formazione specifica e il 29.2% sarebbe interessato ad averla, mentre il 65.7% è favorevole all’introduzione dell’insegnamento delle MnC nei corsi universitari. Il 23.7% dei medici di famiglia toscani ha ricorso personalmente alle MnC perché sono terapie efficaci (33.8%), o perché ritiene abbiano minori effetti collaterali (30.2%), oppure perché la terapia convenzionale era stata inefficace (27.1%), e l’80.1% ricorrerebbe nuovamente ad esse. In Inghilterra la metà dei medici di famiglia, più esattamente il 49%, propongono l’uso di medicine complementari e alternative secondo un sondaggio condotto dalla rivista Family Practice. In un analogo sondaggio condotto nel 1995 i medici erano il 40%. 

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